La voce è un irresistibile strumento di fascinazione, diciamo pure il primo strumento di seduzione, perché unisce il corporeo all’incorporeo, l’immateriale al materiale, il reale all’onirico.
Le sole corde vocali possono dar suono a temporali, praterie, abbandoni e conquiste, anche attraverso un computer o un telefonino. La voce ammaliante o la voce inespressiva è pur sempre uno degli strumenti più importante per definire la nostra identità.
Parlare, declamare, cantare nasce dal puro istinto, ma se non è supportato e sostenuto da una tecnica può deviare in difetti, vizi, cattive abitudini e solo quando tale tecnica sarà diventata una seconda natura il conferenziere avrà la possibilità di abbandonarsi al “piacere del dire” poiché “l’arte vera nasconde lo studio sotto l’apparenza del naturale”.
Il meccanismo produttore della voce costituisce per l’artista della voce la base fisiologica fondamentale e indispensabile per la sua arte: la conoscenza delle manchevolezze e delle qualità di essa rappresenta un mezzo di controllo per eliminare i difetti, sviluppare il talento, le attitudini e le doti.